Sanità: un po’ di chiarezza e di onestà intellettuale

Sanità: un po’ di chiarezza e di onestà intellettuale

Da sempre, uno dei temi più sentiti e dibattuti nel nostro territorio, è quello della sanità. Il Nuovo Ospedale “S. Stefano”, pensato per intensità di cure, al momento mostra difficoltà soprattutto a causa della situazione deficitaria delle strutture intermedie carenti nel territorio. I quasi 500 posti letto non sembrano essere sufficienti oggi a rispondere adeguatamente alle esigenze di una città complessa e in forte espansione demografica come la nostra.

La struttura nuova è certamente migliore e non paragonabile al vecchio MeD: l’organizzazione dei reparti, la razionalità degli spazi e la facilità di accesso, hanno sicuramente migliorato la situazione rispetto al passato. Certamente il nuovo modello di cura può funzionare al meglio solo e soltanto se esistono servizi e strutture territoriali in grado di smistare le richieste e di dare risposta senza che l’utente sia costretto a rivolgersi al pronto soccorso.

La necessità è quella di investire dove possibile sulle strutture esistenti, per dotarsi di un numero maggiore di posti di cure intermedie gestite da infermieri e dai medici di medicina generale. Già il 4 Febbraio verranno attivati 12 posti letto nell’area del vecchio ospedale raddoppiando l’attuale disponibilità. Sarà sicuramente necessario programmare e attivare, nel breve periodo, altri posti per le cure intermedie, magari rivolgendosi alle strutture già convenzionate presenti sul territorio. A breve è previsto anche a Villa Fiorita l’attivazione di 20 posti letto che saranno messi a disposizione del pronto soccorso per alleviare soprattutto i posti di osservazione ed eliminare così le permanenze nei corridoi dei pazienti in barella. Nel pronto soccorso, nelle prossime settimane, partiranno alcuni lavori di riorganizzazione degli spazi che garantiranno altri posti in più. Questi sono una serie di interventi che permetteranno, già nel breve, di dare una risposta concreta per migliorare la funzionalità della struttura.

Quello che però caratterizzerà la sanità dei prossimi anni sarà senza dubbio la nuova Riforma Sanitaria, con l’accorpamento delle ASL. Dal 1 di Gennaio siamo una unica ASL con Firenze e Pistoia e già i soliti noti hanno cominciato la stessa cantilena trita e ritrita sulla centralità di Firenze rispetto a Prato e di come il nostro territorio sarà relegato ai margini della gestione e dei benefici della nuova struttura.

L’ospedale di Prato è il più nuovo e il più grande di tutta la nuova ASL, con professionisti di alto livello in vari settori da cui non si può prescindere. Non dobbiamo cadere nel luogo comune del confronto campanilistico tra città. Oggi, per come sono mutate le condizioni socio economiche, il dibattito non deve essere tra pratesi e fiorentini, ma tra abitanti di una stessa e più ampia area, che hanno il diritto di avere tutti gli stessi standard di assistenza. Per questo motivo e per altri, non vedo possibile pensare che la nostra città possa rimanere fuori dallo svolgere un ruolo importante nella sanità di tutta la Piana. Spetta a noi decidere se rimpiangere il passato e quella “pratesità” che oggi rischierebbe solo di essere anacronistica, o cominciare a costruire una dimensione storica della nostra città, fatta di culture nuove e di confronto con una realtà più ampia.

Un’altra questione che dovremmo affrontare e che merita un capitolo a parte, è sicuramente quella legata all’area del vecchio ospedale. Due sono le certezze: gran parte della vecchia struttura sarà demolita e al suo posto nascerà il Parco Centrale di Prato. È uno dei progetti su cui il Sindaco Matteo Biffoni ha vinto le elezioni e quindi, qualsiasi discussione sul tema, soprattutto quelle strumentali a interessi politici, sarebbe da evitare.

Rimangono circa 9.000 metri che saranno riqualificati ma sulla cui destinazione non esistono ancora progetti concreti. La proprietà è della ASL, ma non credo che questa possa decidere cosa farne senza un accordo con la città. Lo spazio è davvero tanto, nel cuore della città e a ridosso di quello che sarà il parco centrale cittadino.

Giusto pensare che possano essere ricavati qui, degli spazi da destinare a servizi socio sanitari che mancano indubbiamente nella nostra città. Ho letto delle proposte della “Fondazione Pitigliani” e dell’”Associazione Art. 32″. E in parte le condivido. Possono essere un buon punto di partenza e rappresentare indiscutibilmente un dialogo maturo e disinteressato per il bene di Prato e di tutti i cittadini.

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